top of page

I RAGGI UV-C TI FANNO PAURA E NON SAI QUALE LAMPADA ACQUISTARE? PEGASO RISPONDE

Aggiornamento: 25 mag 2020

Come già comunicato in altri nostri articoli, i raggi ultravioletti UV, a una certa frequenza d’onda, hanno un effetto germicida su oggetti e ambienti (i raggi UV-C). I raggi UV-C, appunto, hanno una particolare lunghezza d’onda nella banda spettrale ultravioletta fotobiologica (classificata come UV-C da 200 a 280 nm), che riesce a disintegrare e sanificare oggetti e ambienti, incluso l’aria. Essi da molto tempo vengono utilizzati in ambito medicale, industriale e non solo, pechè capaci di uccidere batteri e inattivare i virus.



1. Sanificare con una lampada UV-C è pericoloso per la salute?

Bisogna sempre prestare molta attenzione quando si utilizzano apparecchiature UV-C, perchè i potentissimi raggi della loro luce possono provocare danni irreversibili sulla pelle e per gli occhi. Pertanto, è essenziale che le persone siano protette da tali rischi. In tal senso, si consiglia di non usarli per sterilizzare mani e parti del corpo, ma esclusivamente per oggetti e ambienti (non in presenza di persone e animali).

Secondo studi e ricerche scientifiche si è scoperto che i raggi UV-C, a differenza degli UV-A e UV-B, vengono quasi interamente assorbiti dallo strato esterno della cornea e della pelle (epidermide esterna), con una penetrazione limitata negli strati cellulari più profondi della pelle, dove le cellule vengono costantemente create.

L’occhio umano è, comunque, l’organo più delicato, da salvaguardare contro un’esposizione impropria a tali raggi, in quanto il superamento del valore di soglia provoca irritazioni dolorose della cornea. Gli effetti più comuni, a questi tipi di esposizioni (se sono di tempi limitati), sono l’eritema e l’irritazione congiuntivale, problemi curabili tra le 24 e le 48 ore successive.


2. Quali sono i limiti di sicurezza della lampada UV-C?


Come detto i raggi UV-C sono molto pericolosi per la salute umana, soprattutto se si utilizzano apparati costituiti da lampade a vapori di mercurio. Al contrario, nel caso dei LED UV-C le cose migliorano, in quanto essi offrono vantaggi notevoli sulla sicurezza di utilizzo. Infatti, adoperando una lampada LED UV-C, e in particolar modo quella a LED UV-C tunable, è possibile fornire una luce UV con lunghezza d’onda specifica. Questo significa che è più sicura perchè i raggi, che la caratteriscono, sono gestiti attraverso fasci di luce direzionabili su aree e punti specifici; ciò grazie all’utilizzo di ottiche e componenti ben progettati. Inoltre, se dotata di sensori e modulo di controllo a distanza, il fascio luminoso della lampada può essere pilotato da remoto, aumentando enormemente il grado di sicurezza. Tuttavia, il limite di sicurezza giornaliero di 254 nm UV-C per 8 ore è 6 mJ/cm2.

Il rapporto n.187 della Commissione Internazionale per l’Illuminazione (CIE) ha evidenziato che il rischio di cancro da esposizione a lampada UV-C germicida è ridotto, perchè i raggi non sono penetranti come quelli UV-A e UV-B (standard IEC 62471 – Valutazione rischio fotobiologico con applicazione del metodo alternativo su alcune lampade di maggior uso).



3. Quale lampada LED UV-C acquistare per la mia sicurezza?


La lampada LED UV-C ha una tecnologia più innovativa, è facile da usare e più sicura, rispetto a quella a vapori di mercurio. Tuttavia, è opportuno tener conto di almeno 4 fattori fondamentali, che possono incidere su quale apparato LED UV-C dedicare la nostra attenzione all’acquisto. I 4 fattori determinano, infatti, l’efficienza e la sicurezza della lampada LED UV-C che si vuole comprare, perchè non tutte sono uguali e quindi non tutte possono rispondere a standard di efficienza e sicurezza ideali.

Si consiglia, pertanto, di scegliere sempre lampade LED UV-C che rispondano alle seguenti caratteristiche, indice di affidabilità:

  1. Il prodotto deve essere stato progettato con componenti durevoli e di alta qualità (dalle ottiche, agli alimentatori, agli stessi LED UV). Si consiglia di acquistare prodotti certificati.

  2. Il prodotto deve avere un sistema di controllo da remoto e una sensoristica efficiente (sensori di movimento o presenza che spengano la lampada, in caso di rilevata presenza umana).

  3. L’apparato deve essere stato progettato per funzioni specifiche in base all’applicazione (es. differenza dei tempi di esposizione ed esigenze a seconda che si parli di sanificazione in ambito ufficio/negozio/attività o sanitario).

  4. Il prodotto deve avere un manuale d’uso ben redatto e con specificazioni sul rischio fotobiologico e sulle misure di sicurezza da adottare durante l’utilizzo.

LINK:


521 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page